Pubblicazioni

La pubblicazione analizza la letteratura scientifica fino al 2010 sulle teorie relative al Disturbo Ossessivo Compulsivo, e cerca di integrare ipotesi biologiche e cognitive in un unico punto di vista.

Nell'analisi, a livello biologico sono stati inclusi i principali modelli neuroanatomici e neurofisiologici e i modelli animali;invece, a livello cognitivo sono state considerate diverse teorie, ossia quelle di Salwoskies, Van den Hout, Mancini e Rachman.

In conclusione è possibile evidenziare differenze sostanziali tra le teorie cognitive e le teorie biologiche recensite. Tuttavia, le teorie cognitive e le teorie biologiche sembrano essere compatibili in linea di principio. Non è chiaro se le differenze sostanziali tra teorie siano dovute alla presenza di sottotipi di DOC o alla predominanza di cause multifattoriali del disturbo.

La crescente incidenza dell'obesità e dei relativi fattori di rischio per il sovrappeso (per esempio, diabete mellito, insulino-resistenza) rappresenta una grave minaccia per la salute dell’individuo e, nonostante le proporzioni epidemiche, la gestione clinica di queste malattie è fortemente limitata dalla mancanza di nuovi e più sicuri farmaci anti-obesità (Li e Cheung 2009; Padwal et al, 2004).

La ricerca di efficaci e più sicuri trattamenti contro l'obesità attualmente sta esplorando differenti strategie, che non si escludono a vicenda, come quelle che agiscono sul sistema nervoso, che potrebbero essere in grado di inibire l'appetito e regolare il comportamento alimentare.

Una di queste possibili linee di indagine è offerta dai dati recenti riguarda gli effetti termogenici e anti-obesità della modulazione centrale di acidi grassi e del metabolismo dei nutrienti.